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COVID 19 E FESTIVITA’: ASPETTI PSICOLOGICI

Ormai da numerosi mesi sentiamo parlare costantemente di Covid 19 e salute: numero dei contagiati,  norme di igiene, che ormai fanno parte della nostra quotidianità. Tuttavia, a mio avviso, bisognerebbe  sentire affrontare un più spesso argomenti come la salute psicologica della popolazione. La pandemia è entrata nelle nostre azioni quotidiane prepotentemente, stravolgendo le nostre vite e costringendoci repentinamente a riorganizzare la nostra quotidianità, senza aver nessun termine di paragone per poterci orientare, essendo la prima emergenza sanitaria globale. Questo ha creato un clima crescente di smarrimento, incertezza, paura amplificando l’insorgenza di disturbi stress correlati quali: ansia, insonnia, sintomi depressivi. Il Covid 19 ci ha costretto a reinventare le nostre vite, ci ha fatto riflettere sulle piccole  azioni quotidiane e riscoprire il  valore della libertà di respirare, abbracciare, camminare. Piccolissimi aspetti a quali forse, nell’era della fretta , non prestavamo la giusta attenzione , danto per scontato cio’ che poi all’improvviso ci è stato tolto. L’impatto psicologico nelle persone , in questa “seconda ondata pandemica” è diversificato : c’è chi cerca la scappatoia, chi rischia la contravvenzione, chi si rinchiude in casa, chi semplicemente infrange le regole. Da un lato il bisogno di socialità e condivisione e dall’altro l’adesione alle norme, ossia l’aspetto morale. Due cardini della natura psicologica umana. Dal punto di vista emotivo le reazioni sono le più disparate: ansia, paura, colpa, depressione, rabbia. Per quanto riguarda i bambini è necessario trasmettere messaggi chiari e semplici in grado di dare un significato alla situazione che stiamo vivendo. Non solo, è fondamentale accogliere e dare un nome alle emozioni che tutti noi proviamo. È giusto essere tristi perché non potremo trascorrere le feste come abbiamo sempre fatto ed è giusto che i bambini imparino, attraverso il dialogo con mamma e papà, che la tristezza come la noia o la solitudine fa parte di noi e che come tutte le emozioni può essere compresa e gestita, facendo ricorso a numerose strategie, come svolgere piccole attività gratificanti. Per esempio, si potrebbe decidere insieme di trascorrere le vacanze di Natale costruendo un album di ricordi, anche online da regalare ai parenti quando ci si potrà nuovamente riunire o da inviare con l’utilizzo della moderna tecnologia. La questione degli anziani è decisamente più delicata. Si tratta di persone che hanno molte meno risorse per fronteggiare questa situazione e che fanno delle relazioni sociali la base della loro vita. Il rischio è che possano andare incontro a depressione senile o deterioramento cognitivo. Per questa ragione si sono attivati numerosi progetti di aiuto psicologico nei reparti ospedalieri e nelle strutture specializzate. Gli psicologi si occupano spesso di fare da tramite tra l’anziano e i suoi familiari, utilizzando strumenti tecnologici che non sarebbero altrimenti accessibili. Questo è possibile anche nel caso di anziani non ospedalizzati: i nipoti potrebbero insegnare ai loro nonni come usare tablet e smartphone e così facendo regalare loro una vera e propria finestra sul mondo esterno. Nel caso di anziani particolarmente resistenti all’uso dei dispositivi elettronici si può optare per i classici, come il telefono e, perché no, la lettera. L’importante è comunque cercare di far sentire ai nonni la nostra presenza.  Cosa fare in queste festività?  Ecco come coltivare la resilienza con azioni e consigli pratici  che ci aiuteranno a gestire meglio questa festività insolite. Prima di tutto non creare aspettative troppo alte: molto spesso ci si impone che il Natale debba essere il momento più felice dell’anno, con il risultato di rimanere delusi quando qualcosa non va esattamente come avremmo voluto. L’ideale sarebbe lavorare su noi stessi, creando delle aspettative realistiche su ciò che potremo e soprattutto non potremo fare. Secondariamente, è fondamentale ripetersi spesso che questo brutto periodo certamente finirà e che per il prossimo Natale ritorneremo alle nostre abitudini. Sarebbe utile tenersi impegnati dedicando il nostro tempo libero a noi stessi e alle piccole attività gratificanti che rimandiamo sempre per mancanza di tempo. Probabilmente ci sembrerà che il tempo scorra più lentamente: sarà opportuno organizzare le nostre giornate in piccole routine, prestando particolare attenzione sulla qualità e quantità del sonno e sull’alimentazione. È sicuramente suggerita l’attività fisica, che aiuta a mantenere alto il livello degli ormoni del buonumore.  La quotidianità in solitaria che stiamo vivendo oggigiorno, pian piano, tornerà ad essere sicuramente più affollata e le belle emozioni torneranno ad avvolgere le nostre vite; quando questa “tempesta emotiva” finirà, il malessere che stiamo affrontando non va però dimenticato, lascerà un solco profondo in ognuno di noi. L’auspicio è che, tornato il sereno, riusciremo a focalizzare la nostra attenzione su ciò che è prioritario ed essenziale, cercando ogni giorno piccole cose per cui esser grati e valorizzandole.

Dr.ssa Fulvianna Furini

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